ACQUISTO CREDITI IPOTECARI
Cos’è l’acquisto del credito? E cosa c’entra con l’NPL (Non-Performing Loans).
I Non Performing Loans, in italiano crediti deteriorati, sono prestiti la cui riscossione da parte delle banche è incerta.
All’origine dei crediti deteriorati ci sono situazioni di difficoltà economica o finanziaria delle persone o delle imprese cui sono stati erogati mutui/prestiti da parte della banca.
L’acquisto del credito ipotecario è un’ operazione molto complessa e non deve essere improvvisata.
Glam Italy attraverso il suo Team interno ed una rete di professionisti esterni di alto profilo ti consente di valutare l’opportunità o meno di procedere all’acquisto del credito evidenziando le criticità ed eventuali benefici dell’operazione.
La crisi immobiliare ha messo molte banche davanti a una dura realtà: sempre più clienti non riescono a garantire il pagamento dei mutui accesi. Dal 2008 questa realtà è praticamente esplosa. Il Covid 19 ha accentuato la questione degli UTP/NPL.
Differenza tra credito pro soluto e credito pro solvendo
In questo ambito, così come in ogni campo dell’universo finanziario, bisogna ben distinguere le figure che si trovano a interagire tra loro. La natura dell’acquisto del credito cambia a seconda di quella che è la “posizione” delle figure interessate. In questo caso si può parlare di:
- cessione del credito pro soluto;
- cessione del credito pro solvendo.
Dato per certo la presenza di più di un interlocutore è indispensabile fare luce su queste figure. In generale sono i ruoli che vengono ricoperti in ogni ambito economico e corrispondono a:
- debitore;
- acquirente;
- titolare del credito.
In questo tipo di operazione possono essere definiti anche come ceduto (il debitore), cessionario (l’acquirente) e cedente (il titolare). La differenza principale tra acquisto credito pro soluto e acquisto credito pro solvendo, appunto, è rappresentata dal tipo di rapporto che deve esserci tra ceduto e cedente. Nel credito pro soluto la figura del cedente non fornisce alcuna garanzia sulla presenza di spese legate a interessi e debiti ulteriori. È una caratteristica che, invece, nella cessione pro solvendo non sparisce completamente e che impone al cedente il pagamento di queste spese.
Prima le banche erano obbligate a gestire una serie di “pacchetti” nella vendita di credito immobiliare. Questo cosa significa? Che era impossibile vendere una singola proprietà o un singolo mutuo. Generalmente si costruivano pacchetti intorno al milione di euro di valore.
Le banche si sono rese conto, dopo la crisi del mercato immobiliare, che gestire questi pacchetti era praticamente impossibile, se non sperando di incontrare il grande investitore disposto a mettere sul tavolo tali cifre. Il grande cambiamento è arrivato poco tempo fa, quando le banche hanno studiato il metodo per poter vendere anche credito dal singolo debitore.
In questo nuovo business sono entrati, quindi, anche i semplici privati e i piccoli operatori del mercato immobiliare. L’aumento e l’accessibilità dell’offerta hanno ampliato il mercato che oggi è più florido che mai.
Facciamo un semplice esempio per capire meglio:
il credito immobiliare acquistato dall’Istituto di Credito vale 100.000 euro, ma è stato pagato 50.000 euro. La casa sottostante la garanzia immobiliare viene venduta per 75.000 euro. Il credito acquistato dalla Banca è assistito da ipoteca di primo grado e quindi, dopo l’aggiudicazione dell’immobile e, durante la predisposizione del progetto di distribuzione, il credito deve essere rimborsato per primo al netto delle spese in prededuzione ovvero di quelle anticipazioni sostenute dal creditore procedente per l’instaurazione del processo esecutivo. Tuttavia, il prezzo di aggiudicazione non basta per rimborsarlo interamente. I 25.000 euro residui non andranno persi, ma si trasformeranno in un credito chirografario che l’investitore vanterà nei confronti del debitore. Ora, rinunciandovi, si realizzerebbe comunque un guadagno di 25.000 euro, perché il credito vale 100.000 ma l’investitore l’ha pagato soltanto la metà.